Santa Lucia: la devozione di non mangiar pane

By giovedì, dicembre 13, 2012 , , , , , ,

«Santa Lucia, la cchiù longa nuttata chi ci sia
Il proverbio, molto antico, valeva solo prima del calendario Gregoriano, in cui S. Lucia cadeva il 25 dicembre.

Scrivere di Santa Lucia non è faci­le perché i dati storici e biografici giunti fino a noi sono veramente pochi e non permetto­no di tratteggiarne la figura con dovizia ed esattezza di particolari. Di questa popolare santa siracusana non sappiamo con cer­tezza la data di nascita, mentre conosciamo quella del martirio, avvenuto in Siracusa il 13 dicembre dell'anno 304 d. C.

Santa Lucia nacque a Siracusa nel quartie­re dell'Ortigia, fra il 280 e il 290 dopo Cristo. Lucia ebbe genitori nobilissimi, for­se tra i più emergenti di Siracusa; si può quin­di credere che la sua vita sia trascorsa tra gli agi e gli impegni dei nobili di quell'epoca. Il padre morì quand'era bambina, toccò quindi a mamma Eutichia provvedere all'educazione della figlia. Dell'infanzia e dell'adolescenza della nobi­le vergine siracusana non abbiamo notizie certe. Le poche che ci sono pervenute illu­strano specialmente il suo glorioso martirio. Dopo la morte del marito, la madre fece del suo meglio per infondere nella mente e nel cuore della figlia le verità della religione cristiana e i suoi inse­gnamenti morali. Eutichia, da anni ammalata, aveva speso ingenti somme per curarsi, ma nulla le era giovato. Fu così che Lucia e la madre unendosi ad un pellegrinaggio di siracusani al sepolcro di Agata , pregarono S. Agata affinché intercedesse per la guarigione della donna. Durante la preghiera Lucia si assopì e vide in sogno S. Agata che le diceva: Lucia, perché chiedi a me ciò che puoi ottenere tu per tua madre?S. Agata le preannunciava anche il suo patronato sulla città di Siracusa. Ritornata a Siracusa e constatata la guarigione di Eutichia, Lucia comunicò alla madre la sua ferma decisione di consacrarsi a Cristo. Il pretendente, insospettito e preoccupato nel vedere la desiderata sposa vendere tutto il suo patrimonio per distribuirlo ai poveri, verificato il rifiuto di Lucia, la denunciò come cristiana. Erano in vigore i decreti di persecuzione dei cristiani emanati dall'Imperatore Diocleziano. Il processo che Lucia sostenne attesta la fede ed anche la fierezza di questa giovane donna nel proclamarsi cristiana. Minacciata di essere esposta tra le prostitute, Lucia rispose. "Il corpo si contamina solo se l'anima acconsente". Il proconsole allora ordina che la donna sia costretta con la forza, ma lei diventa così pesante, che decine di uomini non riescono a spostarla. Lucia esce illesa da ogni tormento fino a quando, inginocchiatasi, viene decapitata. Prima di morire annuncia la destituzione di Diocleziano e la pace per la Chiesa.

L'unico giorno in cui non si mangi pane tra noi è il 13 Dicembre, sacro a S. Lucia; la quale per siffatta penitenza, serba sani gli occhi dei suoi devoti. A questa devozione si riporta il seguente motto che dicono certi popolani:

«Santa Lucia
Pani vurria
Pani nu nn'haiu:
Accussì mi staju»
[Giuseppe Pitrè] 

A Palermo il 13 dicembre si ricorda un antica vicenda: la Santa implorata dai palermitani esaudì le loro preghiere facendo arrivare nel porto un bastimento carico di grano. I palermitani da diversi mesi in carestia, non molirono il grano per farne farina, ma lo bollirono, per sfamarsi in minor tempo, aggiungendogli soltanto un filo d’olio, creando così la "cuccìa". Da allora i palermitani ogni anno per devozione ricordano solennemente l'evento, rigorosamente ricorrono all’astensione per l’intera giornata dal consumare farinacei. Se per Santa Lucia non si mangia pane e pasta, in compenso - secondo quanto riferisce il Pitrè - come penitenza  e per tradizione si consumano legumi, verdure, panelle, arancine e cuccìa dolce o salata. Un'altra usanza è quella di fare dei piccoli pani a forma di occhi, da benedire, che si mangiano per tenere lontane le malattie connesse alla vista.

Cuccìa

Panelle

Arancine

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