I consigli del vecchio agricoltore | Febbraio

By venerdì, febbraio 01, 2013 , , ,


Si comincia la seconda aratura de' maggesi.

Nelle marine si dà principio alla seminagione del grano marzuolo (tumminia).

Si prosiegue a sarchiare i grani, ed a zapponare le fave primiticce.

Si arano la seconda volta le risaje.

Si continua a piantar lenti e cicerchie ne' grandi poderi, e nelle chiuse.

Nel vigneto si dispongono le canne lunghe cinque o sei palmi a due, o tre accanto ogni vite (arrugari), in seguito s'impala, e si lega con disa.

In alcuni luoghi dell'isola, trattandosi di forte e buon terreno, è in questo mese che si potano le viti, e qualche volta anche più tardi.

S'innestano le viti a marza, o a trapano: si fa anche l'innesto propaginando col fissar sopra di esso a marza un breve tubo di canna intonacato di terra.

Si alzano le pergole.

Si zappano gli ulivi.

L'ortolano fa il semenzajo del tabacco, e pianta la siepe comunemente con barbatelle, e nelle terre umide interrando intorno all'orto una funicina prima bagnata, e poi coperta di semenza di rovo (ruvettu).

Dal giardiniere s'innestano peri, pomi, peschi, alberges (sbergi); si piantano i semi, o i rami de' peri, meli, gelsi, nespoli, mandorli, fichi, cedri, cotogni, pioppi, giuggioli (nzinzuli), castagni, salci, bossi, citisi, e della palma.

Si prosiegue il piantamento dell'erbe odorose, e de' gelsomini selvaggi. Si dividono le piante grandi dell'ortensia (in quei luoghi ove il clima lo comporterà), e se ne piantano i rami. Si tosa il bosso.

Si comprano gli animali per la razza; cavalli, asini, tori, pecore, capre, porci.

Si visitano le arnie delle api, (fasceddi) e si profumano con erbe forti come rosmarino.

Si levano dalle arnie i favi (vrischi) viziati. Si continua a somministrare alle api il nutrimento, e si comincia a provvederle di acqua, dove l'alveare non sia vicino ad un rigagnolo.

Si ripulisce il colombaio.

Si continua a porre sotto le chiocce le uova delle galline, gallinacce, oche, anitre, e di altri volatili.

[Calendario per l'agricoltore siciliano, 1827]

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