Sorella morte, le Catacombe dei Cappuccini di Palermo
Catacombe dei Cappuccini di Palermo, 1971 |
Se vi trovate a Palermo in questo periodo o in qualsiasi altro giorno dell’anno, una visita alle Catacombe dei Cappuccini non può mancare. Questo vasto cimitero sotterraneo situato al di fuori delle mura cittadine, nel quartiere Cuba, è unico al mondo nel suo genere ed attira curiosi fin dai secoli scorsi.
Le lunghe gallerie in tufo furono scavate intorno la fine del 1500 per un’estensione di circa 300 mq. Ciò che le distingue è la sistemazione delle mummie, circa 8000 in tutto, come fossero opere d’arte. Appesi o distesi, i corpi mummificati sono vestiti di tutto punto e sono suddivisi per sesso e per ceto sociale; nei vari settori si riconoscono prelati, nobili, borghesi, ufficiali dell’esercito, donne vergini e bambini. Erano i frati stessi del convento ad imbalsamare le salme, seguendo metodi di cui tuttora si sa poco: il più comune sembra fosse quello dell’essiccamento naturale mediante la sistemazione dei cadaveri nei colatoi.
L’ingresso del cimitero è sul lato sinistro della facciata principale della chiesa e ai piedi della scala, in penombra, si scorgono gli scheletri messi in fila. A destra si trova la prima parte del corridoio dei frati, il più antico; da qui imboccando il corridoio degli uomini, all’interno di un piccolo vano, sono sistemati i bambini. Proseguendo, i corpi mummificati s’identificano con dei cartelli che riportano il nome, cognome e data della morte; nel corridoio delle donne i corpi sono invece deposti orizzontalmente. Incrociando il corridoio dei professionisti, così chiamato per la numerosa presenza di medici, avvocati, pittori, ufficiali e soldati, ci si immette nella parte più recente, senza nicchie alle pareti. E’ qui che si può vedere uno dei tanti colatoi disseminati lungo le gallerie.
Nella cappella di Santa Rosalia, tra quelle dei cadaveri di due bambine, si trova la famosa bara della piccola Rosalia Lombardo, morta il 6 dicembre 1920 a soli due anni e trasportata ai Cappuccini per essere sepolta dopo essere stata imbalsamata dal dottor Salafia con un metodo farmacologico. Il corpo appare a prima vista come perfettamente intatto, tanto da dare l’illusione che la piccina stia soltanto dormendo, occhi chiusi e con le ciglia ancora presenti. Per i palermitani quella della piccola Rosalia è la mummia più bella del mondo, che “dorme” qui da quasi cento anni.
Le catacombe dei Cappuccini rappresentano un aspetto a dir poco tetro di Palermo, ma oltre ad essere una chicca assolutamente imperdibile, sono anche spunto di riflessione sulla caducità della vita e sull’inutilità dell’attaccamento degli uomini alle cose più effimere.
Indirizzo | Piazza Cappuccini 1, Palermo.
Tel. | +39 091 21 21 17
Ingresso | 3 euro
Orari | Dal lunedì alla domenica 9.00 - 13.00 15.00 - 18.00
Da sapere che… Il 2 novembre del 1779 il poeta Ippolito Pindemonte visitò le Catacombe, ne rimase così colpito da immortalare il cimitero nel suo carme imperituro “I Sepolcri”; e la città grata e riconoscente all’illustre poeta, chiamò la strada che porta alla Chiesa e quindi al cimitero Via Pindemonte. Ma non fu l’unico poeta a rimanere incantato da questo luogo. Nel 1885, il celebre scrittore francese Guy de Maupassant, dopo aver osservato con attenzione i cadaveri durante una sua visita, ritornò spesso sul metodo dell’essiccamento.
A due passi… In via Gaetano La Loggia (all’interno dell’ ex ospedale psichiatrico) è possibile visitare uno dei tre Qanat di Palermo. I Qanat, costruiti dagli arabi con tecniche proprie dei persiani, sono delle strette gallerie sotterranee scavate dai muqanni, “maestri d’acqua”. Questi cunicoli intercettavano la falda acquifera e tramite la gravità e una leggera pendenza trasportavano l’acqua in superficie.
Articolo originariamente pubblicato su CHIcCHe || L'altro Volto delle città
Peter Hujar, Palermo Catacombs #1, 1963 |
Peter Hujar, Palermo Catacombs #4, Girl in Cap and Tassel, 1963 |
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